Dovrei essere, nel momento in cui questo post viene pubblicato, da qualche parte tra l’Azerbaijan, l’Iran e il Turkmenistan a una decina di chilometri di altezza, e, secondo le mie consolidate abitudini, dovrei dormire alla grande mentre due motori RollsRoyce spingono il fat-body (riferito al 777, non a me) a circa 900 kmh per entrare nello spazio aereo del Kazakhstan.
I lunghi voli sono una delle più ghiotte occasioni che io abbia per leggere la montagna di roba che mi si accumula sia per cultura che che per passione o lavoro: rimpiango l’epoca della carta, ma non potrei mai portarmi dietro il tutto senza sforare nell’over-weight e quindi ho un ipad gonfio di roba che mi voglio digerire. Prima di decollare (e quindi di affidare alla pubblicazione programmata questo post) ho letto un interessante articolo sulla produzione di carne bovina in Kazakstan.
Il paese ha vissuto la transizione dal socialismo reale all’irreale socialismo: fermamente guidato da Nursultan Nazarbayev che è passato da “presidente del soviet della repubblica socialista del Kazakhstan” a “presidente della repubblica del Kazakhstan” semplicemente tirando una riga sui termini che non servivano più e riconfermando la carica praticamente a vita, si fregia ancora di una attenta pianificazione economica centralizzata che farebbe impallidire i ricordi dei piani quinquennali di staliniana memoria.
Nel tentativo di diversificare un’economia basata sulle risorse naturali, dove da un lato si è rinegoziato l’accordo per lo sfruttamento del lago di petrolio di Kashgan con un principio “si, lo so che abbiamo firmato, ma che, suvvia, si cambia idea che qui è casa nostra e si fa quel che si vuole“, e dall’altro si assegna silenziosamente alla China diritti di sfruttamento minerari millenari per alimentare la fame di materie prime del dragone, l’idea paradossalmente vincente è stata quella di produrre delle gran buone bistecche.
A partire dal 2010 il governo ha investito $1mld nel trasferire in aereo 50mila bovini di razza Angus e Hereford da Australia, Canada e United States of America, e si è anche acquistato qualche ettolitro di seme congelato per sviluppare un allevamento in aree climaticamente molto simili al Nord Dakota americano.
Ovviamente il mercato locale con i suoi 17 milioni di abitanti distribuiti su una superficie che, vado a memoria è il sesto più esteso stato del mondo e un reddito pro-capite che, riaggiustare le statistiche ed eliminati i 30 multimiliardari locali, non lascia alla popolazione altro che zuppe di rape con un osso di maiale ad insaporire, dicevo il mercato locale non ha capacità di assorbire questo prodotto in fascia alta anche se il manzo kazakho nelle macellerie di Astana o di Almaty costa la metà del suo parente argentino.
L’esportazione ha il suo naturale sbocco verso la Russia, con un’aspettativa di far crescere le 300 tonnellate di bistecche spedite verso Mosca a SanPete nel corso del 2013: ma qualcosa ha cambiato la situazione radicalmente, come una sorta di domino.
Mosca supporta gli indipendentisti in Ukraine, con una serie di violazione dei principi internazionali (ma lasciamo perdere oggi), e dopo che questi criminali hanno abbattuto un aereo civile, le sanzioni da parte dell’occidente sono state inasprite: come reazione il nostro buon Vladimir ha strategicamente pensato di mettere al bando le importazioni di alimentari, affamando la sua gente e dimostrando che poco sia cambiato dai metodi di Iosif Vissarionovič Džugašvili. Questo però ha cambiato le sorti della produzione di carne in Kazakhstan, innalzando le aspettative per il 2014 ad esportare verso la Russia oltre 10mila tonnellate di bistecche assortite, cosa anche facilitata dall’accordo commerciale bilaterale che si estenderà a diventare la “Eurasian Union” nel gennaio del prossimo anno.
Il tutto, guardato attentamente, altera equilibri economico commerciali andando a costruire mercati e transazioni artificiali che dureranno lo “spazio dell’angolo”, che notoriamente non ha dimensione, ma questo ci costringerebbe ad addentrarci in geometria e non mi pare il caso, visto che mi chiamano il volo.
Foto? Dunque, sono stato un paio di settimane a lavorare ad Almaty qualche anno fa: vecchia storica capitale del Kazakhstan al confine col Kyrgyzstan con alle spalle le catene montuose e la sua bellissima pista di pattinaggio in velocità incastonata tra le vette (eredità sovietica) e il deserto che all’epoca andava alla grande come sito di esperimenti nucleari e deposito di scorie. Il paese fu popolato attraverso migrazioni punitive forzate attuate da Stalin verso tutti i popoli o le etnie che osavano ribellarsi alla sua autorità, basti questo per comprendere quanto questo paese possa essere ospitale. Ho scattato una decina di immagini post-nucleari, ho fatto una dozzina di meeting alcuni dei quali sufficientemente preoccupanti per baciare con affetto il portellone di un 340 Lufthansa che mi riportava a Frankfurt, ma non le trovo negli archivi in linea: vado quindi con equilibri differenti, quelli dei lavavetri sopra la stazione di Monument a London …
Bello quello che hai scritto Mau. Questi tuoi post sono spesso da stimolo per andare a cercare altre informazioni su argomenti e luoghi di cui normalmente so molto poco. Grazie e buon viaggio
Grazie!
Ma leggerti è come avere un volume politico-storico-geografico con commento annesso.
Oggi è stato come entrare in altra dimensione… pazzesca peraltro.
Quanto sono bizzarri gli equilibri del mondo.
Buon viaggio.
Jill Scott – a long walk a touch of jazz remix
… E riesco anche a suggerire cosa e dove mangiar bene in ogni angolo del pianeta 🙂
Grazie dei complimenti, Singapore fm 95 in taxi …
Molto buonal a carne di angus, se cotta nel modo giusto diviene fragrante e molto tenera. Noi dalle nostre parti abbiamo ristoranti che propongono solo carni argentine alla griglia e null’altro! Molto gustosa, per il resto concordo con vagoneidiota che leggerti è come studiare su una Treccani aggiornata! Come fai? Giri il mondo, lo puoi descrivere sapendo ciò che scrivi, sai fotografare discretamente bene (….benissimo!), ti indendi di vini e cucina, non soffri il jet lag! Beh, parliamone!
Beh, se vuoi ti tengo una lezione su come apprezzare la vita in ogni suo istante 🙂
Ne avrei veramente bisogno Maurizio, ma temo che l’impresa ti risulterebbe ardua. Riesco spesso a vedere il bicchiere mezzo pieno ma è subito svuotato e non perchè io lo beva. Vado a correnti alterne, subito mi entusiasmo e subito dopo scema tutto. A cinquant’anni suonati è difficile cambaire, anzi i difetti si ingigantiscono e le magagne affiorano. Pena te che qualche anno fa avrei preparato la valigia con una settimana d’anticipo, invece ora non mi deciso e ho l’aereo tra poche ore…non mi va di partire, poi quando sono là, se mi trovo bene, non vorrei più ritornare. Sono un caso da manuale di staticità rutilante al contrario, eppure amavo la vita e trovo ancora stimolante fare certe cose che mi impegnano direttamente! Buon pomeriggio caro Maurizio anche se non so lì dove sei tu che ore sono! Fabiana.
A prescindere dal fatto che pretendo che tu mi fornisca i recapiti del tuo spacciatore di “dilatatore del tempo”, per cui riesci a picconare la miniera, leggere, scrivere, fotografare, mangiare, fare sport, uscire col cane, cucinare e avere una vita sociale…. anche non dormendo mai, 24h 24, come fai?
Il post, che come al solito tra il serio e il faceto, apre spazi a numerosi approfondimenti, mi porta a chiederti, in considerazione delle tue competenze – nota, non ti sto prendendo per il culo – cosa pensi del trattato “fantasma” Ttip tra USA e CEE.
Al ricorso all’arbitrato sovranazionale, rigorosamente a porte chiuse, al fatto che non è dato di leggere il testo – blindato a Bruxell , se non agli europarlamentari che ne fanno richiesta scritta, che lo possono visionare, ma non copiare o prendere appunti.
Le sentenze sono insindacabili e superano anche la normativa nazionale degli stati membri, anche in ambito di tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro.
Vedi estrogeni, OGM, ecc. che negli USA sono consentiti.
Qui mi riaggancio al tuoi manzi kazaki.
Va bene il libero scambio, va bene il legittimo profitto, anche se la IV Internazionale non lo considera bonariamente, ma non ho simpatia le iniziative che mettono a repentaglio la mia salute…. preferisco farmi male da solo e consapevolmente.
Mi piacerebbe che in un prossimo futuro tu riuscissi a chiarirmi l’argomento, e magari, a tranquillizzarmi, anche perché hai sicuramente più informazioni e competenze del sottoscritto.
Grazie Bro! L’argomento è stimolante, vedo di scriverci sopra qualcosa di ironico a breve.
Sulla “dilatazione del tempo”, sai che dormo poco e mantengo velocità di vita elevate … Poi essere un ragazzino di 55 anni aiuta 🙂
Un abbraccio
Li dovrebbe essere mattina, non conoscendo il menu del breakfast locale, non potendo chiederti di mangiare un’anatra alla pechinese per me e un dolcino con la marmellata di fagioli. … ti auguro una buona giornata.
Per il ttip… pendo dalla tua tastiera !
Appena svegliato: vado a massacrare il buffet al breakfast …