Pago il mio Dirham al barcaiolo e mi siedo con gli altri che mi guardano con un misto di timore e curiosità: una bestia pelata che si muove in equilibrio sulla paratia e quando si siede occupa due posti con la larghezza di spalle è comunque una vista leggermente inquietante. Se poi ti sorride con quel faccione espressivo e ti chiede se puoi farti una fotografia, pochi rifiutano: sono sempre indeciso se io generi più empatia o paura.
Sono a Banyas, sul Creek dalla parte del Gold Souq, della Corniche e del molo commerciale dove ho scattato le immagini pubblicate ieri: la barca in pochi minuti mi fa attraversare il braccio di mare e mi scarica sulla sponda opposta. Qui si è ricostruito un vecchio mercato, adesso chiamato Old Souq (o “Suq”) ed è una versione modernizzata e ripulita del Naif Souq che invece esiste ancora dentro la Deira più nascosta e vera a pochi passi da Banyas.
Cammino nel Souq, svicolando qualche plotone di turisti dal quale si stacca un’anziana inglese che con uno splendido accento chiede se le pashmina vengano prodotte localmente: “Indeed ma’am” gli fa il verso il negoziante, con un’aria così volutamente innocente da meritare almeno una citazione per gli Academy Award nella parte del mercante d’aria fritta.
“Yep, they loom wave camel fur, ma’am” gli faccio eco con un sorriso, “si, tessono pelo di cammello, signora“: Lady mi guarda e sorride, il sense of humour britannico prevale e aiuta il buon senso negli acquisti.
Anche il mercante è divertito ma tenta un’ultimo blitz “Madam, Madam, look at me, we have fine goods here“. Incapace di farmi mezzo chilo da fattacci miei, gli faccio eco “Aisha, Aisha, look at me. Aïcha, Aïcha, regarde-moi “.
Chiude gli occhi, ha capito il riferimento e, sorridendo, intona a mezza voce:
“Nbghīk ʿĀysha wanmūt ʿalīk, Nbghīk ʿĀysha wanmūt ʿalīk,
ʾAnti ʿumrī wʾanti ḥayātī, Tmannīt nʿaysh mʿāk ghayr ʾanti.”
Poche cose uniscono come la musica: come non scattare una foto …
Ah, per chi non conosce Cheb Khaled, il cantante e poli-strumentista algerino che canta il “rai”, la musica che mescola i canti dei beduini con influenze Francesi, Spagnole, Africane e Arabe, ecco la sua “Aicha” che menziono nel post …
Terribili quei mercati 🙂 …tornerei a casa con una marea di acquisti….bellissime le foto, anche se la totale assenza di donne le rende un po’ tristi e inquietanti. Apprezzo la foto alle “manichine” 🙂
Non posso fotografare le donne qui …. e sto cercando di rimanere concentrato e non far imbizzarrire nessuno prima di trovarmi per qualche mese in galera in attesa di processo ed espulsione.
Lo so e immagino quanto ti possa costare rinunciare a tutte le foto che vedi e non puoi scattare. 😦
Hai uno spirito di adattamento, una capacità di coinvolgere le persone e una profonda curiosità davvero stupefacenti. Non è piaggeria la mia, non ne sono capace, è la verità.
Foto stupende.
Non so lì che ore siano, quindi buon tutto. 🙂
Primula
Adulatrice florale (primula), grazie! Qui son le 9:30 di mattina, on an easy day …
So, good morning and enjoy your time if possible.
Primula
P. S. I never write flattering words, only objective reality thanks to you. 🙂 … and I don’t know why I’m writing in English … 😀 I woke up too early this morning 😀
I know and I’m really pleased by your words 🙂
On languages, well, I spend most of my life in English and that is becoming my primary way of expression, so don’t feel confused at all!
I love early mornings, let me welcome you to the “before sunrise” club!
Nice club! Thanks! 🙂
A volte mi chiedo, quando ti leggo, cosa provi, cosa senti quando poi torni a casa, tra gli odori di sempre, tra i suoni consueti.
Sempre bello scoprire i tuoi viaggi.
Charlene – antony hamilton
“Casa” per me è ovunque, e tornare significa ripartire …
🙂 empatia, empatia… 🙂
Te lo dico? OK! Le foto sono molto belle, sia quelle di ieri che queste: ci fai vedere pezzetti di mondo poco consueti, quelli meno turistici. Apprezzo molto 🙂
Passa un bella giornata, carissimo!
Apprezzo il tuo apprezzamento! Un abbraccio alla famiglia 🙂
Nice story 🙂 Beautiful photographs.
Thanks Di, jump on a plane and come to visit 🙂
You made me smile … 🙂 Instead of opting for sunshine and laughter I believe I’m heading for a small village between Rome and Napoli early in the new year. Here’s to the winter being a mild one.
Le tue foto sono sempre fantastiche, mi piace la seconda, io adoro il mare!
Grazie Ines!
Ciao Maurizio. Da quando Ryu mi ha fatto conoscere il tuo blog giuro che ci sono giorni che quando arriva la notifica del tuo nuovo post, non vedo l’ora che sia sera per leggermelo in pace e rilassarmi immaginandomi il mondo che racconti e la vita che vivi.
Oggi non ho aspettato sera. Ho fatto la spesa del sabato, ho pulito casa perché lei ora fa fatica (mancano 3 settimane al parto) e ora è andata in piscina a rilassarsi. Prima di cucinare il pranzo mi sono messo un attimo comodo e ho letto il tuo post. Ho guardato su maps il posto dove sei, e dove non son mai stato. Poi dopo aver letto le tue frasi ho acceso Aicha e ho iniziato a guardare le foto (Grazie Leica).
Sarà la sensibilità stronza che mi è salita in questi mesi per il fatto che diventerò papà ma mi è parso di sentire il tiepido di quel posto, l’odore del mare e la sensazione di un paese diversissimo dal nostro e intrigante da scoprire.
Qualcuno l’altro giorno commentando un tuo post ha scritto che per nessuna ragione al mondo vivrebbe dove sei ora. Beh, ci sono giorni che in questa Italia, mi chiedo perché restare e perché fare tutti ‘sti sacrifici per un paese che in questo momento sembra incapace di creare futuro.
Grazie per questi minuti di pace. Buon sabato.
Il tuo commento mi fa un immenso piacere: grazie, di cuore.
Diventare padre è stata la cosa più bella che io abbia provsto nella vita: adesso Cami ha vent’anni .. ogni singolo suo minuto è stato una scoperta fantastica: goditi questo fantastico regalo che la vita e la tua compagna ti sta facendo!
Forse il tizio di cui si parla sono io; in un posto del genere- lo ribadisco- non sarei capace di viverci.
Amo il caldo, i cieli tersi (anche dove sono nato io, nel Quarnaro il cielo ed il mare hanno colori eccezionali, forse a causa della bora), ma quella non è la mia cultura, il mio modo di vivere, di mangiare, di scrivere, di pregare. Perchè restare ? Perchè se tutti se ne vanno, se nessuno resta a combattere, qui nulla cambia. La mia parte l’avrei già fatta, visto che da parecchio sono già nonno (a proposito: auguri per il nascituro), e del futuro a me ormai importerebbe poco, ma lo faccio ancora per i miei figli ed i nipoti. Anche gli anni che ha vissuto la mia generazione, alla vostra età, non sono stati facili. C’era il terrorismo, le mene di un colpo di stato, il lavoro era duro ed il reddito scarso, ma la voglia di fare tanta. Si usciva da una guerra e non potete neppure immaginare cosa significasse vivere in un paese distrutto ove bisognava ricostruire tutto, dove una coscia di pollo ed un’arancia si poteva mangiare solo la domenica; ove poi, per conquistare un poco di benessere si doveva lavorare sei giorni su sette 12 ore al giorno, Eppure era normale e tutti si rimboccano le maniche, senza piangersi tanto addosso come fanno tanti trentenni oggi. Chi fra questi cosidetti giovani, con tanti titoli di studio, ha ancora voglia di sporcarsi le mani e rompersi la schiena ? Pochini credo, tutti cercano “il posto”, ma nell’attesa del miraggio il lavoro, le imprese se le beccano gli altri. Ringraziamo la nuova generazione della classe dirigente che ha trasformato le aziende in bolle finanziarie, ai politici, che non paghi di rubare per il partito, ora mirano solo all’arrichimento personale. Io resto per combattere, fino all’ultimo. Naturalmente non mi riferisco al padrone di casa, Mr. Vagnozzi, la cui Patria, se non ho sbagliato a comprendere, è il mondo.
A tutti i miei auguri di Buone Feste.
Caro Umberto, il mio non voleva essere un lamento e non volevo assolutamente giudicare il tuo parere verso i luoghi in cui si trova Maurizio per lavoro.
Io sono uno di quei trentenni con una laurea e una specializzazione e ritengo di spezzarmi la schiena e fare la mia parte per cercare di cambiare le cose. Sono libero professionista e non mi interessa e non ambisco al posto fisso. Pago le tasse e non faccio nemmeno un cm di nero. Lavoro parecchio lontano da casa e ogno settimana macino km e dormo fuori casa con mille spese e a fine anno tra anticipi e casse professionali non riesco nemmeno a fare i regali di Natale. Il settore in cui lavoro è il piu colpito dalla crisi e si lotta tra poveri ma tengo duro. Senza vantarmi ho lavorato e sto lavorando per una eccellenza italiana dell’architettura mondiale e questo, se non fossimo in un momento di crisi e in questo paese, mi renderebbe un professionista ambito. Invece si va avanti con una fatica incredibile, con parcelle limitatissime e quando invio i CV manco ti rispondono per cortesia.
Io sto da dio nella nostra Italia e il mio non sarebbe un intento fuggitivo. Avrei solo voglia, forse proprio adesso che mi nasce un figlio, di cominciare a vedere al di la dell’ostacolo, di vedere delle opportunita nel futuro. Ecco perché mi capita spesso ultimamente di guardare all’estero con molto interesse.
Certe volte Umberto, più che combattere mi sembra di lottare per restare a galla. Ma sono felice perché amo il mio lavoro e lavorare non mi ha mai spaventato.
Buone feste a tutti e ringrazio per la chiacchierata.
Ma sei diventato papá?
Ormai manca pochissimo. Tra una settimana sarà il termine. Vi terrò informati a questo punto.
🙂
Quei piatti sono favolosi e il tizio sulla barca davanti ti guarda malissimo…
Peccato per le foto di donne. Non è possibile “aggirare” l’ostacolo in qualche modo che non ti faccia scoprire la pensione completa delle prigioni?
Fotografo solo con una focale 50mm, il che significa che i ritratti che vedi sono fatti a meno di un metro e mezzo dal soggetto, che è consapevole e consenziente e con cui ho un dialogo, e mentre parliamo scatto la foto: è una mia “regola” … rubare immagini con un tele non mi piacerebbe, ne divertirebbe affatto e, soprattutto, non uscirebbero le “mie” fotografie: oltre quindi alla proibizione, come vedi, ho anche una sorta di “poetica” che mi vieta di “aggirare” il divieto 🙂
Le tue foto mi piacciono molto e non vorrei che cambiassi stile. Io pensavo più a delle situazioni/posti/non lo so, in cui le donne fossero libere di essere fotografate senza rischi per nessuno.
Certo che se tu mi parli di teleobiettivo e di rubare foto, immagino che questa cosa sia impossibile quindi desisto. 🙂