Sono nella nuova miniera: cambiato caschetto e piccone, mi hanno accompagnato nella nuova galleria, e mi hanno dato anche una buona lampada a butano e un carrello con i cuscinetti ben oliati. Poi ho dato un’occhiata un filo più accurata e ho notato che il carrello è in realtà un treno di carrelli del quale non si vede la fine dopo la curva: scompare a perdita d’occhio, ma era nei patti e quindi non mi preoccupo più di tanto.
Nelle prime settimane picconerò la sabbia, poi nei mesi a seguire la terra rossa dell’Africa e i terreni ghiacciati sotto la Siberia: ho gruppi di altri minatori che mi aspettano ad Al-Khobar, Johannesburg, Lagos, Casablanca, Mosca, Istanbul. In gennaio devo anche sistemare il dormitorio: ho l’impressione che questa sarà la sesta o settima casa che arredo con i “iilbmo” (“mobili”, ma ti danno vocali e consonanti disassemblate e con una chiavetta ti devi ricostruire sintassi, semantica e il letto, cazzo).
Insomma, tutte scuse per dire che non sto avendo un minuto per uno scatto fotografico decente e devo recuperare alcuni riflessi che avevo notato lo scorso weekend: insomma, mi faccio salvare dall’astrattismo …
Va là, solo a leggere questo piccolo racconto mi immagino passaggi angusti e cunicoli che sanno di avventura. Le foto sarebbero state sicuramente altrettanto suggestive.
🙂
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Amo i riflessi astratti! 🙂
Adulatrice psichedelica e lisergica
Proprio oggi che Google dice che è l’anniversario della nascita di Kandinskij! Sei sempre sul pezzo 🙂
Si, un pezzo di pazzo sul pozzo che puzza…
la miniera è sempre miniera con qualsiasi spirito la si affronti. Forza Mau. Sono un po’ di giorni che non riesco a leggerti, ma i riflessi delle tue foto aiutano a pensare che forse oltre la miniera c’è ci deve essere qualcos’altro, Un abbraccio Dany
Nel weekend torno, magari si fa duw scatti assieme 🙂
Un abbraccio, Daniela!