Ieri mi hanno consegnato l’auto: dato che è (1) “pre-owned” come si dice qui e “di seconda mano” come si direbbe da noi, e (2) l’ho acquistata a Dubai dove il mercato è un filino più “vibrant” come si dice qui e “te le tirano dietro, cazzo, basta che arrivi coi soldi in mano” come si direbbe da noi, mi sono apprestato alla trafila di presa in consegna, revisione, test, immatricolazione, consegna e montaggio delle targhe.

Visto che sono un ragazzo “smart” come si dice qui, e “non mi si scoraggia con nulla, ‘fanculo, ma forse un filo di precauzione meglio prenderla” come si direbbe da noi, ho attivato l’arma secreta: Ahmed l’Egiziano.

Ahmed, longilineo come un papiro e con i radi capelli pettinati all’indietro da un generoso uso di brillantina, penso anche dorma in giacca e cravatta, riuscendo a non sgualcire manco il fazzoletto da naso quando lo usa. Ieratico come una sfinge, è solito camminare di lato come se fosse in un geroglifico della Terza Dinastia e stesse accompagnando il Faraone Ramses Mau III a far immatricolare il suo carro solare. Si esprime nell’idioma del Profeta con la tipica tonalità di chi si brasa un paio di pacchetti di sigarette al giorno, marca “Legno di Palma” che devono essere accese con una fiamma ossidrica portatile.

L’egida è cominciata con una telefonata del tipo che stava trasportando l’auto da Dubai: indubbiamente una persona del subcontinente indiano allargato mi ha detto “Sir,  alskdha ks askhjdk jqyk jhd, aksjdhad ksjdh weiuqwte, car“. “Can you fucking speak english?”. “I english, speak, yes, car, english, 2 hours, english, asjdbkajs, askjdalsk asjkha fkjnv rjhskjrg.“. Senza speranza, ovvio. In ufficio in 2 si sono cappottati dalla sedia per le risate nel sentire la telefonata. Fortuna che avevo spiegato al tipo della concessionaria dove mi doveva portare l’oggetto, così guidato dal fido Ahmed sono arrivato nella sede del Traffic Department di Abu Dhabi.

Devo dire che c’è una visione positiva qui, lasciatemelo ammettere: le auto devono passare obbligatoriamente una revisione annuale, momento in cui devi anche pagare qualsiasi multa o altro. Tutti i sistemi, dall’archivio della Polizia, al registro automobilistico, alle compagnie assicurative sono on-line e si parlano: se la tua auto o la tua patente non sono linde e inamidate ti sequestrano l’autovettura e basta. Civiltà un filo coercitiva, ma devo dire i risultati sul parco circolante si vedono.

Anche le attrezzature per la il controllo e la revisione degli autoveicoli sono modernissime e macinano oltre un centinaio di veicoli l’ora: vedo che c’è un melting pot automobilistico e umano incredibile, passando da una Ferrari, una manciata di Porsche ai veicoli da lavoro della Toyota a qualsiasi cosa venga prodotta con un motore e quattro ruote.

Ahmed fende le procedure come “uno stecchino nel dattero maturo“, si dice qui, che “come un coltello rovente nel burro” (come si direbbe da noi) non ha senso perché sta finendo l’inverno e le temperature son già attestate sopra i 30° fissi: un panetto di burro ti si scioglie in meno di un minuto come se fosse in micro-onde. Un paio di inciampi nel procedure sono subito risolti dalla sua rauca voce che parla nella lingua delle consonanti con l’addetto locale: si spiegano, si capiscono e la cosa va avanti. L’arma segreta Egiziana sta risultando una scelta strategica vincente.

Quando mi hanno consegnato le targhe, 4 ore dopo aver iniziato l’avventura burocratica, Ahmed le ha montate sulla mia macchina e all’urlo “Rah, Rah, Rah” mi ha salutato come suo Faraone: un mito! Io invece son montato in macchina e ho preso la Eastern Road per tornare in ufficio: ho scoperto il selettore “sport drive” poco prima che la speed camera mi immortalasse nella prima multa della stagione con il sorriso di un bambino con un giocattolo nuovo.

Foto? Per essere coerente con una foto che non c’entra per un cavolo, vi faccio vedere dei cavoli del marcato di Al Mina ….

veggies

 

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

21 Comment on “L’arma segreta

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