Ci sono storie che non si possono raccontare. Ci sono fotografie che non si possono scattare.
Talvolta il momento è così forte che bisogna racchiuderlo nella propria intimità e, per pudore o confidenzialità, per gioia o per tristezza, per il fatto che sia di un bianco accecante o di un nero profondo, deve rimanere lì dove si trova, senza uscire.
Un bel film termina con un monologo “Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare …“: la vita che faccio ogni tanto mi porta sull’orlo di quel cornicione. E subito dopo mi viene in mente un brano di William Blake, sentito in musica tanto tempo fa, che canta “Let the slave … run out into the field“.
Foto? beh, la bellezza dopo una grata: che ci sia speranza per tutti i derelitti di questo mondo, per tutti gli schiavi, per tutti i bambini, per tutte le donne e per tutti gli uomini di questo mondo spesso spietato …
Mike Westbrook l’ho sentito suonare con gli Henry Cow nella loro formazione “Orkestra” a Londra e mi pare fosse il 1978: è la sua interpretazione di “Let the slave ..” che ricordo: abbiate la pazienza di ascoltarne i quasi 9 minuti …
Fantastico.
Bellissima!
Buona serata,
Yep, gran brano …. E spettacolare lo scritto di Blake 🙂
Sei una bella persona.
Ogni tanto però sono stanco ….
Che bellezza questo pezzo caro Maurizio! È molto bello anche quello che hai scritto.
(Londra 1978… Certo che devi averne viste parecchie di cose in giro.)
Ciao!
Ho cominciato a girare a 14 anni, grazie a un padre che voleva facessi esperienze e imparassi altre lingue, e non mi sono più fermato (a quasi 56) ….
Il “non detto” spesso è più pregnante e ricco di tante analisi dettagliate. E il tuo post dice molto …
Buona domenica Maurizio 😊
Primula
Buona (fine di) domenica anche a te!
Un silenzio che rimbomba. È una foto che parla. Di grate reali e grate virtuali con dietro il cielo azzurro e la vita. Mi hai fatto ricordare una foto di un ragazzo in carrozzina dietro ad una rete che guardava giocare a pallone altri ragazzi della sua età il cui titolo era outsider. Una di quelle cose che ti colpiscono e che ti danno una prospettiva nuova. Anche per dare un senso più alto alla tua vita. Questa foto mi ha ricordato quel senso. Buona domenica!
Una volta avevo cominciato a fotografare le persone dietro reti, inferriate, sbarre: mi son fermato perché mi metteva troppa tristezza …
Nel tuo viaggiare penso che tu abbia visto quasi di tutto. Leggere un post così, sapendo in parte come sei, fa star male, perchè quello che hai visto deve essere stato veramente forte. E a certe cose penso che non ci si possa abituare mai.
A certe tristezze non mi abituerò mai. Mi rimangono gli occhi degli schiavi impressi nella mente ….
E impossibile ad abituare a quel che tu vedi, e difficile a raccontare. o difficile da raccontare/ impossibile ad abituarsi?
E noi europei non abbiamo la più vaga idee…. si una cosa avuto ragione tuo padre,<>
Ma viaggiare voi dire, anche imparare, apprendere le varie culture, che ci arricchiscono!
E vedere tanta sofferenza e ingiustizia ci rende più umani, più umili verso la vita.
Io sono tornata diversa dal mio viaggio Perù, Bolivia e Cile …
Leggere e vedere attraverso i tuoi occhi … e bello, ma si riflette anche. grazie
alla prox e scusa come sempre per gli errori. La lingua italiana e bellissima, ma per niente facile 🙂
Grazie del commento 🙂
questo racconto non mi piace… ed immagino perchè
… esatto
Uuuuh mi piace!!!!