Dormo sempre nello stesso ostello a Shanghai.
Me ne piace la collocazione, a due passi dalla French Concession e a mezz’ora di cammino dal Bund, in un equilibrio tra l’innovazione del quartiere della moda e dello shopping e le vecchie alley del socialismo della ciotola di riso. Me ne piace lo stile, il design, il servizio: tutti estremamente curati e accurati ma in modo sussurrato e sommesso, creando un mondo “cool” di rara esclusiva gentilezza.
Me ne piace i messaggi che sono scritti sulle sue finestre e danno spazio alla riflessione mentre si ammira la megalopoli che sorge accanto: “DON’T COMPROMISE YOURSELF, YOU ARE ALL YOU’VE GOT” ….
Scommetto che è sempre una sorpresa ammirare il paesaggio con i sottotitoli,
l’occhio può decidere quale dei due tenere a fuoco 😉
Correct 🙂
Yep!
All’inizio, quando hai parlato di ostello, mi ero immaginato una cosa un po’ diversa. Ti ho pensato con uno zaino in spalla, un cilum avvolto in un saffi e una voglia di viaggiare con il tuo corpo astrale, mentre ti trovo nell’albergo anti suicidio (vedi post precedente dallo stesso hotel).
🙂