Gran casino qui in China con la lingua, e se non conosci la reazione culturale rischi di trovarti nei guai.

Sin dal mio primo viaggio da queste parti ho scoperto che rispondere “Scusa, non ho capito una beata fava di quello che mi hai detto e quindi non aspettarti che copia alcuna azione conseguente” non fa parte della cultura locale. Devi costantemente avere una “shadow”, un’ombra che ti segue e che, perfettamente bilingue, ripete in chinese quello che tu articoli in inglese.

Stamani ho incontrato Ahmed, alla sua prima esperienza in China e sta coordinando la logistica di una complessa serie di eventi, workshops e break-out sessions che rappresentano parte del motivo del mio viaggio a Shanghai: ha due occhiaie ascellari e uno sguardo sconsolato mentre alza gli occhi al cielo.

Language is a problem here, Mau” mi dice, “they don’t really understand English, but they anyway reply ‘yes’ …

Ho condiviso il mio test-system con lui, per verificare se c’è vera comprensione dietro la cortese risposta formale: “fagli un paio di altre domande a casaccio, la cui risposta non deve essere una affermazione e vedi come va: se ti rispondono in modo assurdo cercati subito una o due ‘ombre’, altrimenti sei finito.

Mi ha sorriso, si è rivolto al team con cui stava parlando e l’ho sentito chiedere “È vero che le mucche si arrampicano sulle palme da cocco indossando slip arancioni?“, e quando un coro di “Yes, sir” gli è arrivato in risposta a momenti mi collassava, ripensando alle energie che aveva appena profuso in 45 minuti di briefing, chiaramente tutto buttato al vento.

Foto? Son da 48 ore chiuso in una meeting room, dalla quale esco solo per prendere un ascensore che mi porta fino in camera, dove passo il resto del tempo a lavorare, con rare pause di sonno e ancor più rari momenti sul blog. Va avanti così finché un autobus volante mi riporterà, durante una lunga notte, a giocare con i castelli di sabbia: qualche out-take delle immagini di domenica a spasso per Shanghai …

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It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

7 Comment on “La lingua

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