Sto conducendo una santa battaglia per incrementare la socialità del condominio nel quale abito: chiamiamola una “jihad del saluto in ascensore“, dopo aver notato che la totalità delle persone che incontri si ammutisce entrando nella scatola di latta a movimento verticale e si guarda i piedi o sprofonda in un’attenzione maniacale sullo schermo del proprio telefono.

Le reazioni sono soprattutto sul sorpreso/diffidente, ma non mollo anche se la settantina di piani, con una decina di appartamenti per piano, moltiplicati per una base di 3 o 4 persone per gruppo familiare producono tra le 2,500 e le 3,000 persone: in fondo pare che una religione molto seguita abbia cominciato con una dozzina di apostoli, quindi c’è speranza.

Ho avuto un paio di soddisfazioni, normalmente da South Africani e Australiani, che si illuminano in volto quando qualcuno ricorda loro l’innata socialità dei paesi d’origine, ma la maggior parte della gente risponde meccanicamente o annuisce con un sorriso. Alcuni rimangono imbossati e ignorano completamente qualsiasi “Hi! G’day” che uno possa sparare anche a raffica.

Stamani però ho beccato un rasta e suo figlio: capelli lunghi a treccia, andatura caracollante e i segni di gioie passate verso paradisi indotti dal consumo della cannabis. Potevo solo aspettarmi si mettesse a canticchiare un brano di Bob Marley.

Oltre al saluto e al chiedermi che cazzo ho combinato per zoppicare come un facocero che si è preso una fucilata, si è scambiato con il figlio la sequenza di pugno-contro-pugno, palmo-contro-palmo e duro-contro-dorso, pugno di nuovo e poi mano chiusa portata verso il cuore. Il figlio poi mi ha guardato e ha fatto lo stesso con me: estasi da socialità, forse con un gruppo sociale non particolarmente rappresentativo, lo so, ma comunque un segnale positivo!

Foto? The Gate, difronte a casa ….

the gate

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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