“Guarda, ho le lacrime agli occhi” mi ha detto Cami, “è bruciata la baita del Nello“.
È bruciato un pezzo di storia in Val Monzoni, almeno di mia, di nostra storia. Non è chiaro cosa sia successo: la gente parla di altre baite date alle fiamme e di segnali simil-vudù in un chiacchierio dove è impossibile distinguere i fatti dal pettegolezzo, dalla fantasia popolare, dall’invenzione pura.
È solo certo che l’urlo che sentivo dopo essermi lasciato alle spalle l’abitato di Pozza e aver risalito la valle fino al bivio che ti faceva inerpicare sulla direzione del Rifugio Taramelli e poi oltre fino a quando i prati si aprivano, l’urlo “vecchio Omanita del cazzo” che il Nello usava per salutarmi dopo che aveva attraversato assieme il Qub Al Kayl dell’Arabia per arrivare nella città di Salhala che aveva visto i Magi partire carichi d’incenso, quell’urlo affumicato dal grasso delle salamelle, quell’urlo condito con i crauti e la polenta, quell’urlo non mi chiamerà più da lì. Conosco Nello e la sua baita da oltre 25 anni.
Ci sono stato a piedi, in moto, in bici, con gli sci. Ci ho mangiato, ci ho bevuto, ci ho dormito.
Da quando è nata la Camilla ci siamo passati con lei in carrozzina, in passeggino, a piedi tenendola per mano e poi lei ci si è fermata a lavorare per settimane intere, guadagnandosi l’appellativo onorifico di “cameriera”, che nella scala sociale della Baita viene subito sotto il “cuoco” e quindi nel Walhalla.
L’ultima volta ci sono stato da solo, con Beria. Nello mi aveva lasciato le chiavi: era la fine di Febbraio e quando la temperatura è scesa sotto i -20 gradi all’interno del bivacco ho dovuto condividere il sacco a pelo con il mio quadrupede vetro-comunista per evitare che mi morisse assiderata.
La mattina abbiamo aspettato che il sole scaldasse l’aria: sono uscito e ho scattato questa immagine …
Come non ricordare il brano dei Deep Purple? In questo video lo suonano nel 1973 …
solo tristezza…..
mi spiace
Yep
Che tristezza…
la conosco e se non ricordo male mi son pure fermato a mangiare dopo i vari ravanamenti in alto. azz se mi dispiace!!!
è un mito!
Pur non conoscendo il luogo mi dispiace molto, i ricordi che hai descritto sono belli e anche la foto… Speriamo che con un po’ di lavoro la baita possa tornare a vivere.
Un abbraccio
Le foto che mi hanno mandato mi fanno capire che il recupero è impossibile: si tratta di costruire tutto exnove dopo aver ripulito le macerie … Dubito si possa fare anche se mi stanno venendo idee folli …
😉 idee folli che fanno bene al cuore…
Bene al cuore ma male al (mio) portafoglio peró …. Finirò col reddito di un ricercatore universitario se non la pianto 🙂
Dai che se mi va bene saremo in due! 😀