Sono alcune ore che lo vedo lì a sfregare un cerchione. Seduto in terra non nega una parola a chi passa: “lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” ambientato nei carruggi e applicato a una realtà della Città Vecchia di Genova dopo che un temporale ha spento un po’ la canicola umidiccia.
“Ma che moto è?” gli chiedo, onestamente confuso dai pezzi che alle spalle mostrano qualche scooter, una vespa e vari paio di forcelle che emergono da un caos meccanico primordiale, brodo di coltura di passione sulle due ruote.
“Belin, è una Harley, 1200” mi risponde entusiasta Davide, paralumista per professione, meccanico artigiano per passione, “Ma il suo proprietario l’ha lasciata davanti al mare per qualche anno, senza curarsene“. In effetti, sporgendo un po’ la mia pelata nell’antro che ospita i principi della dinamica applicati, scorgo il classico bicilindrico a V che fa sognare in molti. Le alette dei cilindri sembrano coperti da coralli e il tutto ha un colore da 50 sfumature di grigio ma senza il tocco porno-soft-harmony del libro di successo (pessimo, tra l’altro).
Le persone in ascolto/commento/chiacchiera continuano ad alternarsi, man mano che altri arrivano, commentano e suggeriscono le migliori tecniche di abrasione e restauro e alcuni, con un rituale “Va beh, boh, adesso vado che ci ho da fare” abbandonano il gruppo di autocoscienza meccanica.
Come non scattare qualche foto, che la signora tedesca a telemetro rischiava di imbizzarrirsi per la mancanza di attenzione ….
Paralumista,professione elettricista’?, O COS’ALTRO
Paralumusta nel senso neologistico di “chi fabbrica artigianalmente paralumi e lampade” …
Qualche foto all’Harley ci voleva.. 😉
Aspettiamo il testauro, che adesso mette paura ….
Artisti………………..
Fifty, booster e vespe. Anche se l’ultima è un pelino antecedente il mio periodo, questa officina è uno spaccato della mia adolescenza.
🙂
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