1959

Sto camminando col quadrupede alla mia destra e un pacco di 6 bottiglie d’acqua alla sinistra, scendendo per Via Canneto verso casa, quando le note di un piano mi fanno fermare: pochi secondi dopo arriva la voce che aspettavo.

Living as an angel in the Place that I was born
Living on air Living in heavenGiving the lie down, the line To the
There’s my heaven, And I know Which way the wind blows
In nineteen fifty-nine

Si tratta di “1959” da “Floodland”, secondo album dei The Sister of Mercy, band formatasi nella seconda metà degli anni ’70 nel panorama underground Inglese e che ha avuto una delle storie più incasinate che io possa ricordare, musicalmente parlando.

Hanno registrato tre album dal 1985 al 1990 e poi hanno imbastito un casino epocale con la loro casa discografica, accusando la Time Warner di sottrarre loro parte delle royalties: malgrado il contratto sia poi stato recesso nel 1997 non hanno mai più registrato nulla.

I componenti dell band sono un’altra storia particolare. Se misuriamo gli anni dal ’77 a oggi, due soli componenti sono stati più o meno sempre presenti:  Andrew Eldritch (suoi la maggior parte dei brani cui da anche la voce) e Doktor Avalanche, una macchina che genera percussioni e ritmi che ha subito più aggiustamenti e aggiunte di un mix tra Robo-cop e 5 versioni di Terminator. Tutti gli altri sono arrivati, apparsi, hanno suonato, hanno litigato come dei dannati e se ne sono andati.

And the wind blows still, And the wind blows wild again
For a little child an never kill this clean This way
And it feels like me today. Tell me, Do you feel the same?
Isabelle?
Or do you feel like nineteen fifty-nine?
Do you feel like nineteen fifty-nine?

Mentre stavo ascoltando le strofe cercando di capire chi altro oltre a me possa amare la loro musica, un manichino, in elegante contrasto con il plancton umano-estetico dei carruggi, ha attirato la mia attenzione: come non fotografarlo con la Signora Tedesca a telemetro aprendo prima a f 2.4 e poi a f 1.7, sfuocando naturalmente tutto il resto?

Sono indeciso su quale mi piaccia di più …

canneto genova

canneto genova (1)

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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