“E queste pesche sono nostrane?””Si, signora, nostrane di noi in Morocco insh’Allah”.”Senti, non farmi perdere la pazienza, dimmi da dove vengono o te degû ûn pataciûnfo”.”Habipti Carla, vengono dalla Romagna, dai non prendertela, stavo scherzando”.
Sono in Giustiniani, volevo fotografare Davide sulla sua Harley restaurata, ma c’è un cazzo (1) di pezzo che non si sa da dove cazzo (2) venga e dove cazzo (3) debba andare: di sicuro senza quella cazzo (4) di scatoletta nera la moto rifiuta di accendersi. Bestemmie meccaniche accurate, imbullonate con perizia e rettificate al tornio, unite a cazzi al cubo, non riescono comunque a far la magia sull’impianto elettrico.
La batteria è morta quando ancora in Italia esisteva il Partito Comunista, prima del criminale congresso di Rimini. Un primo tentativo con quella di uno scooter demolito ha dato lo stesso effetto che l’attacco di “Whole Wotta Love” prima di soccombere sotto il peso di watt e ampere talmente inadeguati che Volta si rivoltava nella tomba.
Anche l’aver attaccato i morsetti al furgone del fruttivendolo mentre lui serve la Carla, storica ultra-ottuagenaria di Via Giustiniani, offre solo qualche oscuro lamentio scoppiettante ma il bicilindrico rifiuta di fare il suo lavoro americano per produrre compressione e scoppio alla gloria del motore a combustione interna.
Mentre Davide ricorre alla magia nera, svitanto e avvitando il tappo dell’olio, la Carla mi dice che prima ha lavorato in Comune, poi nelle Mense della Refezione Scolastica per oltre 40 anni, ma la mattina andava a lavare le scale dei condominii, per riuscire a far studiare tre dei suoi quattro figli: non il primo, ma mi precisa “Perché è lui che non ne aveva voglia, belandi”.
Ti posso fare una foto? “Si ma non chiedermi di ridere che ho i denti che vanno per conto loro” mi risponde Carla …