“Ciao Bilal, che cosa mi consigli oggi?”. “Good morning boss, long time no see!“. “Bilal, ma ti sei rincitrullito? Se ho portato l’altro ieri qui quella ragazza bionda che voleva comprare delle aragoste dell’Oman: forse non mi hai notato, concentrato com’eri sul bipede femminile lungigambe?”. “Oh yes, boss, now I remember!“. “Si, adesso che ti ho riportato in freezer il testosterone, che cosa devo comprarti oggi a parte quei gamberoni ancora vivi che il tuo compare di banco sta esponendo proprio adesso?”.
“Boss, take the red snapper, it’s very fresh, and it has very good meat” mi dice indicandomi un dentice di almeno 4 chili. “Ma come devo cucinarlo? Non ho la griglia a casa e oggi non ho abbastanza ospiti per farmelo cuocere qui al mercato”: si, qui al mercato di Al Mina la supply chain (che sarei anche tentato di definirla “supplì”, visto che ho adocchiato delle palline di riso e farina di ceci fritte) prevede che si possa acquistare il pesce, farselo pulire dagli sfilettatori in tuta rossa (che non possono superare una precisa linea di demarcazione nel grande capannone), e poi farselo anche cucinare da un paio di posti le cui bombole del gas troneggiano all’aperto sotto un sole che brasa.
“Make it spicy curry” mi dice, “ask to clean and chop“. Mi elenca almeno 18 spezie, la metà delle quali non ho idea di come si possano tradurre in italiano, e di almeno 4 non conosco manco il sapore anche se mi garantisce che siano indispensabili: sul tutto poi mi dice “and add lot of garlic” che al solo pensiero avrei voluto avere della citrosodina da inghiottire subito. “Metti tutto in una pentola, fai soffriggere, aggiungi 2 cipolle tagliate, ci metti i filetti di dentice e aggiungi un po’ di brodo“.
Penso che me lo farò pulire e filettare, e poi lo faccio con patate, pomodori e olive, con un pizzico di sale e una goccia di olio extravergine che mi sono importato nello scorso viaggio: Bilal avrà tutte le migliori intenzioni ma stavolta passo sulla cucina etnico sperimentalista. Un dentice da 4,2 chili, e 2,5 chili di Giant Tiger Prawns dall’Oman: 300 dirhams, poco più di 70 euro, e ho almeno 8 pasti di pesce da mettermi in freezer.
Foto? Lo sfilettatore 04 che lavora sul mio red snapper, e apprezzate che ho scattato l’immagine ieri mattina prima delle 8, e per mezzogiorno era già sviluppata, asciugata e scannerizzata: qualche errore ancora sui tempi e temperature, ma ci stiamo avvicinando ad avere una buona padronanza di camera oscura ….
Buon appetito!
Yep!
Mi è venuta fame anche se ho già mangiato….
🙂
Certo che a giudicare dai prezzi delle ns. parti…. il problema deve sicuramente essere il costo del trasporto 😉
Io però la ricettina da brodo primordiale l’avrei provata.
Buo appetito bro
🙂