“Mau, you are going to set the cat among the pigeons“, mi dice al telefono un’amica nata in Texas ma che ha poi ha candeggiato i jeans (che “bagnare i panni in Arno” qui, nel suo caso, non si addice) a London, poi in Germania, in Australia e infine anche nel Paese dei Castelli di Sabbia, riuscendo adesso ad essere un minestrone culturale giusto anche di sale, e un cocktail di accenti che pare di sentire una versione radiofonica del National Geographic.
“Mandare un gatto tra i piccioni” significa fare/dire qualcosa che crea una serie ragguardevole di problemi, grattacapi o addirittura astio ad altri. Se non fossi attento al linguaggio che uso direi che “sto scassando i coglioni a un nutrito e vasto gruppo di persone“, ma questo non potrei mai scriverlo in un blog attento come questo.
“Cara amica mia, pare questo sia il mio lavoro e a prenderlo seriamente si pestano un po’ di calli” le rispondo, piantandoci un maccheronico “step on someone’s foot callus” per vendicarmi culturalmente della sua americanata con i gatti e i piccioni.
Foto? Ovvio, un piccione in piazza mercanti quasi un mese fa (ma sviluppato ieri sera) …
Se fossi una che commenta volgarmente sui blog seri degli altri direi che scassare i coglioni (da noi “rompere i maroni”) rende molto meglio di piccioni e gatti. Nonostante non ami i piccioni, il tuo – catena annessa – mi piace assai
Adulatrice lessicale!
🙂
Ah ottimo suggerimento, lo userò indeed! Dici che gli inglesi mi capiranno???
prova ad aggiungere “on a Stilton, in the Pub” e vai sicura …
Dipende dal gatto. Il gatto di mia zia è così buono (e vecchio) che se lo piazzi in mezzo ai piccioni diventerebbe in poco tempo un trespolo… 🙂
🙂