Quando stamani ho affidato alla casualità di un algoritmo la scelta musicale a fare da sottofondo alla lunga lettura di un documento, non immaginavo di aggiungere ancora una minuscola tessera al mosaico di un poema persiano che ha attraversato gli ultimi mille anni di questa parte del mondo.
What’ll you do when you get lonely? And nobody’s waiting by your side?
You’ve been running and hiding much too long. You know it’s just your foolish pride.
Layla, You’ve got me on my knees, Layla.
I’m begging, darling please, Layla. Darling won’t you ease my worried mind.
Layla and Majnun, un poema nato intorno all’Undicesimo secolo in Arabia che poi è stato adottato dal poeta Persiano Nizami Ganjavi, canta l’amore di Qays Ibn al-Mulawwah per Layla, amore che lo porta alla follia e poi alla sofferenza della separazione. Il cantico ha poi visto adozioni e adattamenti che hanno influenzato la letteratura in Azerbaijan, nella Turchia Ottomana e in India, fino ad atterrare nelle “mani lente” di un chitarrista inglese.
I tried to give you consolation When your old man had let you down.
Like a fool, I fell in love with you. You’ve turned my whole world upside down.
Layla, You’ve got me on my knees, Layla.
I’m begging, darling please, Layla. Darling won’t you ease my worried mind.
Eric Clapton registrò una canzone ispirata al poema di cui aveva ricevuto una copia in inglese in insieme a Jim Gordon il 9 Settembre 1970, pubblicarono nell’album dei Derek and the Dominos: Clapton si era innamorato di Pattie Boyd (moglie di George Harrison) mentre stava preparando l’unico disco dei Blind Faith (ovvio io ne possieda il vinile).
Let’s make the best of the situation, Before I finally go insane.
Please don’t say, we’ll never find a way, And tell me all my love’s in vain.
Layla, You’ve got me on my knees, Layla.
I’m begging, darling please, Layla. Darling won’t you ease my worried mind.
Beh, si, stamani un pezzo di quella millenaria storia mi è atterrata mentre pestavo tra i tasti del Mac, e mi ha fatto venire in mente un paio di scatti fatti a Mosca la scorsa settimana, quando ho fotografato Lillya che in fondo anche foneticamente un po’ ci sta.
Foto? Ovvio, Lillya sulla река Москва, il fiume che attraversa Mosca (M7 con Summilux 35mm e pellicola Kodak TMax 400 ISO) …
ovvio che ve la faccio ascoltare …
Una donna con una certa personalità. Questo mi trasmette la tua foto…
una donna interessante che fa un lavoro interessante ….
Una doNina volitiva
Era “Donna”
e io che mi ero già messo a cantare “ho visto Nina volare …”
Caspita, questa la conosco pure io! (La canzone, eh… Mica la donna 😛)
Ciao Mau! 😘
se avessi conosciuto la donna mi sarei preoccupato di quante cose abbiamo in comune oltre all’essere bloggers-fotografi! 🙂