Sto facendo un filo d’ordine, qui a casa nel Paese dei Castelli di Sabbia: i mesi che seguiranno saranno densi di picconate in giro per una fetta di mondo che mi fa da cortile, e ne approfittato di una giornata per cercare di dare una parvenza di civilta’ al bilocale dove tengo qualche vestito da bravo ragazzo, un paio di valigie e la mia camera oscura.
Ho sviluppato e scansito un altro paio dei rullini che mi tenevo in caldo per quando il Pessimismo Leopardiano avrebbe prevalso, sono tornato nella warehouse in mezzo all’area di Al Mina a comprare un tavolo fatto a Jaipur – la Brianza Indiana in termini di mobilifici – con un intarsio di piastrelle in ceramica che piu’ si addice alla generazione psichedelica che ad un attempato professionista. Ho anche finalmente deciso di abbandonare la crescita pilifera sulla testa dopo un mese che non mi radevo la pelata e mi son dovuto sorbire le chiacchiere di un barbiere Siriano che a sua discolpa viene da Aleppo e ha dentro una tristezza che ascoltarlo e’ il minimo da fare.
Insomma, giornata densa: poi mi son fermato a guardare le immagini e ho cominciato a sentire nelle orecchie una chitarra …
London calling to the faraway towns, Now war is declared and battle come down
London calling to the underworld, Come out of the cupboard, you boys and girls
London calling, now don’t look to us, Phony Beatlemania has bitten the dust
London calling, see we ain’t got no swing, ‘Cept for the ring of that truncheon thing
The ice age is coming, the sun is zooming in, Meltdown expected, the wheat is growin’ thin
Engines stop running, but I have no fear, ‘Cause London is drowning, and I, I live by the river
London calling to the imitation zone, Forget it, brother, you can go it alone
London calling to the zombies of death, Quit holding out and draw another breath
London calling and I don’t want to shout, But when we were talking I saw you nodding out
London calling …
Foto? London Calling: Leica M7, Summilux e Kodak TMax, ovvio …
Il brano? Ve ne offro una cover, dove Bruce tradisce le sue origini da meccanico e usa la chitarra come se fosse una chiave inglese del 36 …
La canzone di uno dei miei gruppi preferiti suonata dal chitarrista di un altro dei miei gruppi preferiti. 🙂
Bellissimo il tavolo con le piastrelle!
Ciao Mau
🙂 aspetta a vederlo …..
Molto bella la foto della vetrina dove si mescola il riflesso della strada con l’interno del locale.
Adulatore attento ai dettagli!
Non molto delicato con la chitarra, ma dai! il Boss non tradisce mai…
Buon girovagare!
Primula
Un vero carpentiere delle corde …
è d’obbligo la foto del tavolo. Il barbiere di Aleppo mi spezza il cuore
Ah, un pezzo di storia: dovevo andare ad Aleppo il 6 Settembre 2007, dopo una serie di ritardi e perplessità visto che la Siria era soggetta ad alcune limitazioni in relazione all’embargo. Ero curioso di vedere questa città di cui avevo letto e studiato molto, ma un’Orchidea (“Bustan” in Ebrew) mi ha fermato poche ore prima che prendessi quel volo e non ho mai più avuto occasione di entrare nel paese: questo ha comunque contribuito ad alimentare la leggenda che io riesca ad evitare per un soffio i casini …
non so se è leggenda, ma sono felice tu li abbia evitati
Il tavolo arriva sabato prossimo, giusto in sincronia al mio rientro da Istanbul e, visto che un consolato mi scippa il passaporto per confermare che sono legalmente intitolato ad entrare nel loro paese sovrano, ho 5 giorni di attesa nei quali posso fare anche macrofotografie degli intarsi e delle piastrelle induiste … stay tuned (“rimani in ascolto”, English lesson #2) 🙂