Al termine della Prima Guerra del Golfo, e dell’occupazione del Kuwait da parte delle forze armate Irachene nel 1990-91, l’Iraq fu condannato a pagare i danni di guerra. In termini di devastazione e violenze ci andarono pesanti, a frutto di storici odi: ricordo che ho visitato la capitale nella seconda metà degli anni ’90 e i segni erano ancora diffusi ed estremamente freschi.
Gestito dal’UNCC (la commissione delle Nazioni Unite per la Compensazione), oltre un milione di cittadini Kuwaitiani reclamarono danni per $52.4 miliardi (oltre 48 miliardi di euro): su una popolazione al censimento del 2014 di 1.3 milioni di persone, praticamente tutti reclamarono perdite. L’Iraq allocò il 5% della sua produzione di greggio al pagamento, versandolo nel fondo dell’UNCC e recentemente il termine di pagamento dell’ultima tranche di $4.6 miliardi è stata fatta slittare – di comune accordo – al 2017 a causa della diminuzione del prezzo del greggio.
Dal valore della compensazione sono ancora esclusi i danni collegati alla produzione di greggio, causati dall’esercito Iracheno in ritirata: circa 700 pozzi petroliferi vennero incendiati e alcuni bruciarono per 10 mesi.
Lunga introduzione per spiegare che negli ultimi 5/7 anni Kuwait City sta cambiando radicalmente: il fiume di dollari in arrivo sta rimpiazzando i palazzi fatiscenti costruiti nella seconda metà degli anni ’60 e negli anni ’70 con nuove architetture verticali, in una riqualificazione completa della città. Restano ancora pochi edifici con i segni dell’occupazione, e il contesto urbano sta cambiando velocemente spesso con nuove realtà che si affiancano a quelle vecchie senza soluzione di continuità.
Foto? Prima che tutto sparisca qualcosa ve lo faccio vedere (e ho anche scattato una decina di fotogrammi a pellicola) …
Molto belle le tue foto, Maurizio.Volevo ringraziarti per aver dato una stellina al mio ultimo articolo e volevo invitarti dunque a giocare con musica e parole scegliendo una colonna sonora per il prossimo step della mia storia 🙂 Ci vogliono meno di dieci minuti, è gratis e non fa male! https://malachinanellospecchio.wordpress.com/2016/10/24/psych-edelic_001/
Adulatrice semiotica!
I semiologi non adulano mai, interpretano! ;P