Mi pare di essere tornato indietro nel tempo di una quindicina d’anni, quando venivo da queste parti a scattare delle immagini che poi stampavo e regalavo. Così gli addetti del mercato del pesce di Deira potevano mandare a casa a Gwadar, a Ormara, a Pasni, e nelle altre città costiere del Pakistan una loro fotografia, in un’era nella quale il selfie trasmesso globalmente doveva ancora essere un sogno da fantascienza.
Il rito si ripete immutabile. Aprono le branchie dei pesci esposti, per mostrarne la rossa freschezza, Premono al centro il gambero per farne muovere la coda come se fosse ancora vivo, ti propongono un trancio di squalo ” .. che per uno grosso come te basta appena se lo fai sulla griglia ..“, ti fanno vedere vedere un tonnetto che ti puoi portare via sotto braccio come se fosse una copia del Financial Times.
Nulla cambia in questo posto, inclusa la meticolosa igiene (sempre positiva, e non si sente alcun odore di pesce malgrado siamo ancora vicini ai 30 gradi), e la pessima luce artificiale che darebbe una patina bluastra anche ad un quadro del Caravaggio.
Foto? Facce da Pesce ….
Hai fatto degli scatti bellissimi in questi mercati del pesce… Fossi in te li metterei insieme in un bel volume, ne varrebbe la pena.
Un abbraccio!
Adulatore editore!