Il silenzio, qui, è sempre assordante nei primi minuti, poi ci si abitua.
Sono nella MRT, la metropolitana di Singapore e, in una pulizia e un ordine maniacali, qui si celebra la solitudine elettronica. Nessuno non ha (e lasciatemi la licenza di una doppia negazione, che talvolta mi ha fatto inciampare nel latino al liceo) un telefono in mano, di dimensioni che talvolta sfiorano i generosi 15 pollici: roba da slogarsi i polsi per reggerli in mano.
Il dialogo è affidato ai pollici più che alle corde vocali: il risultato è un silenzio pressoché totale, in una celebrata solitudine elettronica. Foto? Beh, ovvio ….
Impressionante, però uno sta leggendo il giornale
È un nuovo tablet a 12 colonne e pieghevole, non farti fregare! 🙂
😀
Che tristezza!!! Vedo che nella stazione della metropolitana hanno messo le frecce per terra e un sistema di linee parallele per guidare i passeggeri che guardano lo schermo.
Nessun sistema dittatoriale sarebbe stato in grado di imporre lo stesso tipo di silenzio. Io la chiamo la dittatura del silenzio e anche in Canada vedo che è molto estesa. Quando entro in classe c’é silenzio assoluto. Veramente sconcertante.
Per questo non ho uno smartphone caro Mau. Guardo ancora la gente quando viaggio… 🙂
Le foto, per quanto in un ambientazione ostile come quella della metro, sono davvero belle.
Un abbraccio!
ERRATA CORRIGE: un’ambientazione. Accidenti a me.
🙂 🙂 🙂