Alvin Ailey è molto più che una leggenda nella danza moderna: si deve a lui la rivoluzione che ha portato gli afro-americani ad avvicinarsi a questo mondo. Poi, quando nel 1958 ha fondato la sua compagnia, le danze prima e poi sue coreografie e le sue scelte musicali hanno definito un traguardo sensazionale nella danza moderna.
Attivista dei diritti civili, dopo essere cresciuto negli anni della segregazione razziale, Alvin ha creato uno stile di danza eclettico: “What I like is the line and technical range that classical ballet gives to the body. But I still want to project to the audience the expressiveness that only modern dance offers, especially for the inner kinds of things“, dirigendo poi i suoi danzanti più come un’orchestra jazz che un vero corpo di ballo.
Il suo lavoro più riconosciuto, Revelations, è un misto di tradizione del Sud, di blues, di jazz e gospel, fusi assieme per permettere ai corpi di giocare ed esprimersi in varianti a-solo e corali che emozionano fino all’ovazione.
Si, ovazione che ha accolto la fine del brano questa sera, dopo che la compagnia Alvin Ailey American Dance Theater ha terminato la sua danza. Un tifo da stadio di tutto il teatro New York City Center, che li ha costretti ad un bis, ovvio con con tutti noi in piedi ad applaudirli.
Foto? Le coreografie sono spettacolari e le immagini di due ore e mezza di danza emozionanti, ma è proibito riprendere l’esibizione, quindi vi faccio vedere – oltre alla locandina – qualche “esercizio di ritratto in trasporto pubblico” da bravo studente …
Si, ovvio che vi faccio vedere di cosa parlo …