L’interesse degli americani per i drinks è rinomato.
Un libro di Phil Cook nel 2007, analizzando costi e benefici del controllo sull’alcohol, cita “What drug provides American with the greatest pleasure and the greatest pain? The answer, hands down, is alcohol. The pain comes not only from drunk driving and lost lives but also addiction, family strife, crime, violence, poor health and squandered human potential. Young and old, drinkers and abstainers alike, all are effected. Every American is paying for alcohol abuse“. (trad. Che droga offre agli Americani il più grande piacere e – insieme – il dolore più forte? È l’alcol. E il dolore non arriva solo dalle vittime degli incidenti stradali causati dalla guida in stato di ebrezza, ma anche dall’alcolismo, dai drammi familiari, dal crimine, violenza e problemi di salute e dallo spreco di potenziale umano. Giovani e anziani, bevitori e astemi, tutti ne sono affetti. Ogni americano paga per l’abuso di alcol.”)
Passeggiando per Brooklyn ieri, ed entrando in un paio di bar, mi son ricordato alcuni dati preoccupanti pubblicati dal Washington Post: il 10% degli adulti Americani (24 milioni di persone) consumano una media di 74 drinks alla settimana (circa 10 al giorno), che vuol dire circa 4 bottiglie di Jack Daniels, o 18 bottiglie di vino, o 3 casse di birra, in una settimana. Sotto i bevitori accaniti ci sono altri due gruppi (10% ciascuno, quindi 24 milioni di bevitori per gruppo) che tracannano rispettivamente 16 e 7 drinks la settimana.
Adesso facciamo un po’ di didattica: applichiamo la Legge di Pareto (banalizzando, dice che l’80% degli effetti è provocata dal 20% delle cause) a questi dati, incrociandoli con quelli che sono la produzione e la distribuzione di bevande alcoliche nel paese.
Se un tizio si filtra 10 drinks al giorno ha chiaramente dei seri problemi di alcolismo: decidendo di ridurre il proprio consumo fino a raggiungere quello del decile successivo (quello dei 16 drinks alla settimana), l’intera vendita di prodotti alcolici sarebbe ridotta del 60%. I forti bevitori sono quindi indispensabili per il mantenimento di vendite e profitti dell’intero settore, e qui mi fermo lasciando a ognuno di noi una valutazione etica, che però mi ricorda molto le stesse considerazioni fatte in passato sull’industria del tabacco.
Foto? Ovvio, alcohol e Manhattan ….
Maria me l’ho ha detto. Solo sostanze naturali…..:)
E se uno, totalmente astemio, ha bisogno di almeno 5 espressi al giorno, come viene definito ?
Il sig. Illy to abbraccia ….
Però un astemio con la F3 stona, lasciatelo dire ….
Non ho capito il perchè. Per possedere una F3 bisogna essere ubriachi ?
Quando la comprai nel 1981 era il massimo disponibile d i Nikon, e fa ancora benissimo il suo lavoro, anche se Wata le svende a 270 €. …
No, non ubriachi, ma nell’immagine che mi sono costruito di te, ti vedrei con F3 e un bicchiere di rosso (Sangiovese) alla fine della giornata.
La F3 era un mio sogno, e mi piace ancora ogni tanto usarla, anche se il salto da telemetro a reflex mi disorienta inizialmente …
Americani, esagerati in tutto!
Certo che reggere questi ritmi 😳 Ora capisco il loro voto 😀
Buona vacanza! Che bello potertelo scrivere una volta tanto…
Primula
p.s. perché, sei in vacanza, vero?
Yesssss 🙂 vacanza studio, prof: sono in classe alla NYIP
Fai il bravo ragazzo… 😉
Sono al primo banco …
Alcool e fumo sono fonte di ricchezza per lo Stato oltre HD per i produttori. I danni sono noti, ma il profitto li batte. Non si capisce come angora non legalizzino altre sostanze non più dannose
beh, se si vendono le mine anti-uomo e le armi in generale …
Appunto
Ps. Ho smesso FATICOSAMENTE di fumare a febbraio (1 pacchetto so dì) e un bicchiere (o tue…) con gli amici lo bevo sempre volentieri… per dire che non faccio parte dell’Esercito della salvezza
Non ti ci avrei vista a scampanellare all’angolo delle strade 🙂 , e benvenuta tra i dissociati dal fumo (mai pentiti), io penso di essere a 6 anni dal mio ultimo Toscano …
Io mi pento ogni giorno di aver smesso, ma solo perché tanto mi piaceva