Ore 8:10 – suona il telefono. “Buongiorno Sir, questa è la manutenzione del palazzo: abbiamo una perdita e vorremmo venire a controllare la sua cucina“. “Ok, potete venire alle 8:30? Sto per entrare sotto la doccia”. “Certo Sir, confermato!“.

Ore 8:12, 8:16, 8:19, 8:21 – suona il telefono mentre mi sto radendo la pelata, sono sotto la doccia, mi sto lavando i denti. Non rispondo.

Ore 8:28 – chiamo la manutenzione per capire che cazzo avessero di così urgente da comunicarmi. Parlo con un altro addetto del call center, e inizio una discussione pirandelliana dove continua lui a chiedermi se ho qualche perdita e dopo aver mantenuto una calma serafica da monarca anglosassone, scado nel sarcasmo più bieco, che comunque non viene compreso dall’altro capo del filo.

Ore 8:59 – visto che non si è fatto vivo nessuno decido di cominciare la prima call della giornata da casa, visto che ormai non arrivo in tempo in ufficio. Ovvio che alle 9:05, proprio quando ho cominciato io a presentare on-line la discussione abbiano suonato alla porta. Si sono presentati in 3 con una scala e una cassetta di attrezzi. “Goodmorning Sir, how are you today?“. “Incazzato, obeso e pelato come al solito, ma ambasciator non porta pena”. “Yes Sir!” mi rispondono con un accento che sa di paneer tikka, scuotendo in sincrono la testa. Capisco sarà una mattinata difficile.

Ore 9:09 – suonano nuovamente alla porta, entrano in 4:il totale di tipi della manutenzione in cucina sale a 7. “Ancora altri 3 e vi fate una partita di calcetto?” gli chiedo. “No Sir, we play only cricket” è la compassata risposta che ricevo.

Ore 9:45 – “Sir, wiinet brok wahal, liiiikkk, bad repiir“.”Per favore, parla in inglese e ferma lo scuotimento della testa che ho appena fatto colazione e mi fai venire mal di mare”.”Wall, break“, “Ho capito, dovete spaccare il muro … ma quanto ci mettete a fare il lavoro, che devo andare in ufficio?”.”2 hours, Sir!“.”Ma due ore circa o due ore inshalla?”.”Inshalla Sir!“.

Ore 9:50 – mi tolgo la cravatta, sarà una giornata molto lunga.

leakage

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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