L’altro ieri, quando stavo tentando di dare efficacia alla mia presentazione, Natalie mi ha bacchettato sulle mani dicendomi “You need to emphasize the ‘capesc‘ moment“, aggiungendo una gestualità tipicamente italiana, racchiudendo a “sacchetto” le dita della mano.
San Francisco è stata la città dove i nostri connazionali hanno rappresentato – secondo un’indagine storica del 2004 – il 18,5% degli europei che sono arrivati: la più alta percentuale in assoluto rispetto a qualsiasi altro gruppo etnico. Negli anni della forte immigrazione italiana negli Stati Uniti dal 1840 allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i nostri connazionali, spinti da fame, bisogno, desiderio, avventura, disperazione, si sono insediati soprattutto nella zona di North Beach al confine con China Town come succede anche a New York (vedi il mio post di Dicembre “Dove l’Italia Confina con la China“).
L’integrazione c’è stata, ed è tutt’ora una connotazione “reale” e presente. I piatti serviti nei ristoranti dai nomi italianissimi sui moli sono il “Ciappino”, una zuppa di pesce e pomodoro origine dagli scarti dei tagli nobili, dove inzuppare il buon pane che si sforna da queste parti che tanto mi ricorda il Toscano.
La Columbus che taglia la città come una sorta di Broadway dividendo l’area delle hills dalla parte pianeggiante che si affaccia sulla Baia, vede alternare le scritte “Corso Cristoforo Colombo” a quelle in inglese.
La grande insegna, che troneggia prima di arrivare a Fort Mason sulla camminata che porta al Golden Gate Bridge, ricorda il maestro cioccolataio Domenico Ghirardelli, partito da Rapallo prima per il Sud America (Uruguay e Perù) per poi aprire la terza più antica fabbrica di cioccolato sul suolo degli Stati Uniti d’America.
Parte delle nostre tradizioni linguistiche si sono integrate in neologismi, ma il “capesc” (“mi capisci?”) è stata una bella sorpresa.
Foto? Ieri sera ho finito che ormai era notte: però mi sono imbattuto in un pezzo di Italia sui binari, un tram milanese trasferito e adattato che fa servizio regolare tra la zona del Wharf e Union Square …
c’è anche una 500 parcheggiata dall’altra parte della strada…
Yesssss … un trionfo del made in italy 🙂
Se aspettavi a Pasqua, avremmo potuto scrivere “Cristo è risorto !”
In fondo a me gli incoerenti piacciono, sono i duri e puri che mi fanno paura.
capesc ?
Capesc, capesc …
E’ che certi stereotipi dell’Italia sono duri a morire…
Finalmente la mattina in metropolitana ho ritrovato qualche motivo per farmi una risata.
Bentornato….
Adulatore sulla MM2?
Di solito mi sveglio sulla mm2, partendo dala mm1
E ti leggo sulla mm2…dimentucavo