È segnalato da tre neon verdi, a forma quadrata, sovrapposti: solo che alcuni dei lati sono bruciati e i rimanenti accesi danno l’impressione dei numeri sugli schermi dei primi computer, ma senza alcuna affinità algebrica o logica.
Si apre il guardrail sulla piazzola sconnessa in terra battuta, in una delle strade più trafficate dell’universo, ma solo per 6 o 7 metri: due macchine affiancate non riescono a passarci, e non esiste né un’entrata, né tantomeno una corsia di accelerazione per l’uscita. Ti ri-immetti ad angolo retto in carreggiata, con bolidi dalle cilindrate navali e dalle forme di carri armati che ti sfiorano.
Al Zuhor Restaurant direbbe l’insegna, se non fosse che, con coerente corto-circuito, entrambe le “R” sono spente. Una trattoria per camionisti Pakistani, un’eredità dei tempi nei quali la Sheik Zayed Road collegava Dubai ed Abu Dhabi senza regole, con incroci assassini e cammelli che ti trovavi davanti all’improvviso, mentre l’asfalto spariva nella sabbia durante le tempeste che annullavano la visibilità, in una notte che solo il deserto sa dipingere così scura.
Servono tea, caffè solubile, e qualche piatto di cucina del Subcontinente Indiano, condito e insaporito con l’azzurro allucinante dei tubi al neon che illuminano il locale. Continua a resistere, insieme a un altro paio di posti simili nei 140 chilometri che separano le due metropoli negli Emirati Arabi Uniti: scomparirà a breve, il duopolio tra le compagnie di distribuzione di carburanti non fa prigionieri.
Foto? AL ZUHOU- -ESTAURANT, ovvio ….
Molto molto suggestivo il posto e anche le foto. Bravo Mau!
Ho la M6 pronta … prossimo giro ti arriva 🙂
Non vedo l’ora. 😀 PS sono tornato anche io sul blog.