“ParisParisParisLondon”. “MilanZurichParisParis”. “Mumbai-hurry-up MumbaiMumbai-hurry-up Paris”.
Aeroporto di Muscat. Ci sono decine di “connecting passanger pushers”: girano armati di radiolina e roster dei voli, e salmodiano mantra delle destinazioni, invitandoti a dirigerti verso il gate. Spingono a muoversi con la massima celerità che le tue ciabatte e il tuo bagaglio a mano, dalle dimensioni da “mi porto dietro anche la batteria di pentole che non si sa mai”, ti possano permettere.
I pannelli con indicati i gate di imbarco sono nascosti quanto le accezioni sincere e intelligenti nei discorsi di Trump.
Dopo aver rischiato di reinterpretare “The Terminal”, visto che ultimamente le connessioni col Qatar sono un filo problematiche. Ne ho arpionato uno, contando sulla deferenza che stazza, etnia, e abbigliamento in giacca-cravatta mi consentono: “Amico mio, dov’e’ la Food Court?”.
“HamburgerHamburgerFries?”, mi chiede, facendomi chiaramente capire che sta facendo da troppo questo lavoro. “Nah, non c’e’ qualcosa di un filo più sano?”, gli rispondo. “SandwichSubPaniniSubPanini” mi spara a raffica, poi si interrompe un secondo e urla “DammanDohaJordanBoardingDammanDamman”.
Vedo un fastfood indio-arabo e ordino una shawarma di pollo, della quale, sono certo, mi pentirò per le ore a venire.
Foto? CostaCafeCafeCafe, dopo metà del piatto di shawarma, e il lunch incriminato …
un vassoio più triste solo alla mensa aziendale l’ho visto
Si, ma l’azienda era in procedura di mobilità, vero?
eh no. Però pago 1 euro e 50 per un pasto completo
Io penso di aver pagato quel vassoio 3 Omani Rials, quindi circa US$8 … vedi, bastonato anche economicamente oltre che gastricamente
Immangiabile?
Mah … “immangiabile” potrebbe già’ elevare quel composto al rango di cibo, disgustoso, ma cibo. Penso l’aggettivo più consono possa essere “combustibile fossile di scarto, insaporito con fanghi di lavaggio, e disidratato a turbina”.
hai reso l’idea