Can I have a cup of green tea, please?“, chiedo al Filippino dietro il banco, che manco un fusto di birra sotto i piedi eleverebbe alla stessa altezza dei miei occhi.

Green tea with milk, boss?“. “No, grazie, mi piace senza latte o zucchero, anche se una volta lo ho assaggiato col sale“, gli rispondo. “Yes, boss“: ogni e qualsiasi tentativo di proseguire la conversazione muore.

Mi pare lo chiamino “suutei tsai”, a Ulanbaator, in Mongolia, ma la traslitterazione fonetica della lingua locale si arrende già nel capire se si legga dall’alto in basso, da destra a sinistra, o completamente a casaccio senza alcuna base grammaticale. È preparato aggiungendo al tea delle foglie di menta, e un cucchiaio di sale della Steppa, a conferma che la gente di quelle parti ha abitudini un filo particolari.

L’ho assaggiato durante uno dei viaggi da quelle parti qualche anno fa, e non l’ho trovato malissimo, ma con -52 gradi fuori, qualsiasi cosa sia anche solo tiepida diventa fantastica.

Foto? Il mio Lipton Green Tea, mentre campeggio ancora nell’aeroporto di Muscat, sulla via di casa …

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

2 Comment on “Suutei Tsai?

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