L’Audubon Ballroom, voluta nel 1921 da William Fox fondatore della Fox Film Corporation,  è stata disegnata da uno dei più noti architetti dell’epoca, Thomas Lamb, che volle fare un uso estremo di ornamenti colorati in terracotta per la facciata esterna.

In un’intervista dell’epoca, Lamb dichiarava ” … Exotic ornaments, colors and scenes are particularly effective in creating an atmosphere in which the mind is free to frolic and becomes receptive to entertainment, and in line with this philosophy, the facade of the Audubon Ballroom presents terra-cotta glazed polychromy, encrustations and cornices. Its ornamentations include brown foxes between the windows on the second floor, intended to flatter Fox, and, most prominently, a colorful protruding three-dimensional statue of Neptune on a ship …

L’indirizzo “3940 Broadway at West 165th Street”, inizialmente a forte vocazione teatrale con i suoi 2,000 posti a sedere cui si aggiungevano altri 200 di balconata, divenne poi una “sala multiuso” come diremmo noi oggi: venne utilizzata come sinagoga per i servizi religiosi di una congregazione che raggruppava soprattutto immigrati tedeschi, come ufficio politico per le riunioni della IRT Brotherhood e della Transport workers’ Union (i sindacati dei lavoratori nei trasporti della città di New York), fino ben oltre il dopoguerra, nel 1980 quando il palazzo venne confiscato per morosità da parte della Municipalità di New York.

La storia più recente lo vede poi recuperato dalla Columbia University, nel 1989, con l’intenzione di demolirlo: la protesta contro questo atto di vandalismo storico/artistico vide numerosi artisti e personalità uniti per raggiungere un compromesso con l’aiuto pro-bono di un gruppo di architetti NewYorkesi. La facciata e parte dell’interno vicino al palco vennero ristrutturati e adibiti a museo. Tra le persone che più intensamente vollero questo recupero ci fu Betty Shabbaz e la sua influenza in questo progetto fu determinante.

Per capire l’amore di Betty per la Audubon Ballroom bisogna fare un passo indietro: a partire dal 1964 la Organization of Afro-American Unity (OAAU) cominciò a tenere le sue riunioni politiche in questo teatro, e fu qui che il 21 Febbraio 1965 (50 anni fa, ieri) il loro leader, El-Hajj Malik El-Shabazz pronunciava un discorso dove diceva “ .. we are interested in practising brotherhood with anyone really interested in living according to it …“. El-Hajji Malik era il marito di Betty.  Pochi minuti dopo quelle parole cadeva sotto i colpi di 3 sicari, che gli sparavano con una lupara e armi automatiche proprio sul palco della Audubon.

Ah, si … il nome con il quale lo si ricorda maggiormente è quelle di Malcom X.

Foto? sono stato a visitare la Ballroom nel 1984 e quello che ho scattato allora è su alcune splendide Kodachrome 64 che un giorno dovrò disseppellire dalla cantina e farvi vedere, insieme alle immagini di Checkpoint Charlie a Berlino e a quelle di un lungo viaggio in Israele e in Libano. Ho invece qui una foto scattata ad un altro monumento storico (Five Pointz, leggi qui quello che vi racconto) che non è sopravvissuto …

new york 12

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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