Haai, Hoe gaan dit met jou?” esordisco in quel poco di Afrikaan che parlo, stringendogli la mano per poi ruotare il polso e offrendo nuovamente la stretta, ripetendo due volte il rito per poi chiudere il pugno contro il sue e portarcelo al cuore.

Si, lo so, non è molto formale, ma io sono decisamente poco formale e forse questo, dopo alcune sorprese iniziali, è una sorta di “marchio di fabbrica” che connota il mio modo di lavorare e di vivere. Se potessi vorrei anche muovermi solo a piedi nudi, shorts e polo (patacca, ovvio, vista la religione che ci sto costruendo sopra come ho scritto in questo post).

Stamane ho posato il piccone: dovevo avere un meeting che cominciava presto e questo mi ha fatto saltare la solita routine di sport, solo che nella mezz’ora precedente è stato annullato (cosa che mi fa sempre un po’ incazzare) e quindi mi sono concesso un breakfast in pieno relax.

Foto? Breakfast, scatti con l’iPhone e poi un po’ di sviluppo digitale con Lightroom …

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

6 Comment on “Breakfast in 6s

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